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E la montagna partorì il topolino...
... il piano urbano del traffico
di Franco Isman


PUT zona centro

Ieri sera al Manzoni gran galà di presentazione alla cittadinanza del Piano generale del traffico urbano, detto più brevemente piano urbano del traffico ed anche piano del put.
Presentazione un po' anomala perché, più che illustrare i provvedimenti specifici di questo piano, si sono dettagliatamente e un po' prolissamente descritti i principi ispiratori, fondamentali ma che più o meno si conoscono, e tutti gli studi preliminari fatti sulla pericolosità delle diverse strade e degli incroci principali, sulla casistica degli incidenti e dei danni alle persone, sull'inquinamento atmosferico e su quello acustico, sui flussi di traffico, sull'ubicazione, il raggio di utilità e la percentuale di occupazione dei parcheggi esistenti e di quelli in progetto, sulle simulazioni di traffico eseguite nelle diverse ipotesi e via discorrendo.
Studi preliminari certamente molto importanti, già fatti in passato e che, ripetuti, illustrano l'evolversi della situazione, ma probabilmente più interessanti per gli addetti ai lavori che per i comuni cittadini.
Si è poi diffusamente parlato del piano dei parcheggi e venti minuti buoni sono stati dedicati ad illustrare la soluzione tram, discorso di importanza fondamentale, nel bene o nel male, di cui parleremo in una prossima occasione, ma che comunque fa parte di una progettazione a lunga scadenza e quindi del piano della viabilità e non del piano urbano del traffico che, a norma di legge, è un piano a breve scadenza che deve tener conto della situazione di fatto, comprese le opere di prossima realizzazione, con interventi di modesta rilevanza.

Ricordiamo che nel dicembre del 1998 la passata amministrazione aveva presentato una bozza di PUT, redatta dal Centro Studi Traffico di Milano, che era stata sottoposta alle circoscrizioni (quattro su cinque allora commissariate), alle associazioni di categoria, alla commissione traffico e, salvo errore, anche deliberata in giunta. Dopodiché tutto si era fermato e la bozza di piano non era stata presentata in consiglio comunale, contravvenendo a quanto disposto dalla legge (DLGS 285/1992) che fissava il termine del 30 giugno 1998 per l'entrata in vigore dei PUT.
Questa bozza di piano veniva illustrata su l'Arengario in un articolo del maggio 1999 che qui riportiamo in parte:

Gli obiettivi che il piano si pone a breve termine, e quindi tenendo conto della viabilità attuale (con la sola integrazione dei sottopassi ferroviari di via Rota e via Messa, in via di realizzazione), sono in massima parte condivisibili e peccano, semmai, di scarsa incisività. Si vuole, in particolare, mantenere l'accessibilità al centro per il traffico “operativo” e cioè con soste brevi, scoraggiando le soste giornaliere dei pendolari; penalizzare l'attraversamento puro e semplice del centro, e cioè il traffico parassita, oggi dominante, con la chiusura di alcuni tratti di vie; incentivare l'uso dei mezzi di trasporto pubblico, treno e bus, migliorando il servizio con l'aumento della frequenza e prevedendo per i bus percorsi riservati; recuperare ai cittadini ambiti urbani degradati o di particolare pregio ed infine incentivare l'uso delle biciclette con la realizzazione di piste ciclabili lungo alcune vie, trasformate a senso unico.

Gli interventi viabilistici previsti consistono, fondamentalmente, nel trasformare a senso unico (in senso orario) l'anello di circonvallazione attorno al centro storico (costituito dalle vie Manzoni, Appiani, D'Azeglio, Zanzi, Villa, Aliprandi e Visconti); nel rendere a senso unico, in entrata od in uscita, anche le principali vie radiali di accesso (via Lecco, via Petrarca, viale regina Margherita, vie Prina e Monti e Tognetti, vie Gottardo, Pavoni e Cavour, via Solferino, vie Agnesi, Marsala e Romagna) e nel chiudere al traffico privato, fatta eccezione per i residenti, la via Dante e la via Bergamo, ricavandone piste ciclabili e percorsi protetti per minibus ecologici di collegamento fra il centro e rispettivamente i parcheggi dell'ospedale nuovo e del Parco e quello dello stadio. I sensi unici previsti potranno essere modificati, in base ai suggerimenti pervenuti dalle diverse associazioni ed a quelli della commissione traffico, ma il concetto base deve essere salvaguardato. E' di importanza fondamentale che, sentite ed attentamente considerate le osservazioni e le proposte di associazioni, enti e singoli cittadini, l'amministrazione abbia poi il coraggio di decidere nell'interesse prevalente della collettività, superando critiche ed opposizioni che certamente ci saranno, anche molto forti.

Poteri tanto forti che hanno avuto la capacità di bloccare il piano. Con giuste critiche dell'opposizione di allora, oggi maggioranza.

Cosa dice il nuovo piano, redatto dallo stesso Centro Studi Traffico ?
Agli obiettivi precedenti, più o meno confermati, viene aggiunto, con rilevanza massima, quello della salvaguardia della sicurezza, come è giusto che sia e come è previsto da precise norme europee.
Ma delle notevoli innovazioni alla circolazione, con la realizzazione dei sensi unici sull'anello di circonvallazione interna e sulle principali radiali, non rimane quasi nulla ed è veramente strano che i medesimi progettisti, a distanza di cinque anni e con un traffico pressoché immutato, azzerino quasi completamente quanto da loro stessi previsto.
Viene solamente proposta l'istituzione di sensi unici sulle vie d'Azeglio-Zanzi, Annoni, Lecco e san Gottardo e l'estensione delle zone a traffico limitato alla seconda parte di via Vittorio Emanuele, a tutta l'area circostante il tribunale, alle vie Zucchi, Cortelonga e Giuliani, a via Bergamo e a parte di via Gramsci.

Di fatto l'istituzione generalizzata di sensi unici sarebbe stato il solo provvedimento che, con il calibro delle strade del centro storico, avrebbe potuto consentire la realizzazione di corsie riservate ai mezzi pubblici e/o alle biciclette; e la realizzazione di queste corsie preferenziali l'unico intervento che avrebbe sostanzialmente cambiato la velocità commerciale dei mezzi pubblici e quindi la loro frequenza, la loro appetibilità ed il loro utilizzo. Nulla più di tutto questo.

Nessuna dissuasione al traffico privato per l'accesso al centro storico tranne la tassazione della sosta, con le logiche facilitazioni per residenti ed operatori. Anche gli esistenti parcheggi a pagamento vengono mantenuti perpetuando le attuali code per l'accesso o la circolazione inutile alla ricerca di un posto. Tutto questo pur avendo rilevato come i parcheggi interrati di corso Milano, dell'area Cambiaghi e di via Gramsci sono utilizzati molto al disotto delle loro capacità. Ma è così grave, per persone di normale capacità fisica, andare in centro dal parcheggio di via Gramsci (400 metri all'Arengario) o al tribunale dall'area Cambiaghi passando lungo il Lambro (300 metri) ? Fermi restando, naturalmente, accesso e sosta al diretto servizio delle attività del tribunale stesso.

Sempre per il breve periodo è prevista l'istituzione di minibus navetta di collegamento dei parcheggi dell'ospedale e dello stadio con il centro. Assolutamente inutili per questo scopo perché la gran parte dei cittadini non è disposta a lasciare la macchina in periferia e aspettare una decina di minuti la navetta per venire in centro, avendo la possibilità di arrivarci con la macchina e la speranza di trovarci un parcheggio, sia pure costoso. Lo si è sperimentato negli anni Novanta con le navette gratuite i sabati e le domeniche pre-natalizie, desolatamente vuoti. Giustamente è previsto che le navette facciano anche servizio locale e non limitato ai parcheggi, e questo significa offrire un ottimo servizio per l'ospedale, ma non dovrà essere gratuito dato che non lo sono tutti gli altri bus.

Ecologia non significa soltanto difendere le zone verdi residue, significa anche salvare la città dall'inquinamento, ed in particolare da quello prodotto dal traffico, anche contrastando quanti guardano con miopia ai piccoli interessi immediati piuttosto che al bene comune. La passata amministrazione ci stava provando ma poi ha rinunciato. Il piano urbano del traffico che viene ora proposto in quest'ottica serve veramente a poco.

Franco Isman

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 2 aprile 2004